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10 anni di turismo in provincia: il focus di EBiComLab

Comunicati Stampa

10 anni di turismo in provincia: il focus di EBiComLab

Quello del turismo in provincia di Treviso è un racconto che inizia oltre 20 anni fa, ma che nell’ultimo decennio prende forma (2013-2023), si arricchisce di numeri, tendenze, progressioni diventando ora una realtà economica importante che apporta alla Marca Trevigiana una vera e propria “nuova dimensione”

Sono almeno 4 le attrazioni ambientali del turismo trevigiano che connotano un territorio unico nel suo genere: i paesaggi naturalistici con le colline ed i percorsi fluviali, il turismo sportivo, il turismo enogastronomico, il turismo culturale ed artistico. A questo si aggiunge la vicinanza alle spiagge, alle montagne ed a Venezia.

Se la pandemia ha provocato un crollo evidente, il post pandemia ha restituito il recupero auspicato, confermando lo spirito imprenditoriale e dinamico della nostra provincia.

22 sono i Comuni della provincia che nel 2023 hanno ricevuto più di 10 mila visitatori, ricoprendo ben il 79,5% degli arrivi. Tra questi ci sono 6 Comuni TOP che registrano più di 40 mila visitatori (raccolgono il 48,9% degli arrivi): Treviso, Mogliano Veneto, Preganziol, Conegliano, Castelfranco Veneto e Villorba).

3 sono gli assi in cui ci sono le maggiori concentrazioni:

  • l’asse centrale, che taglia il territorio da sud (Mogliano Veneto) a nord (Vittorio Veneto), percorso dai principali tratti stradali e ferroviari che conducono in direzione Mestre-Venezia, Belluno-Cortina, Pordenone e Udine-Trieste;
  • l’anello del Prosecco, patrimonio Unesco, il cui perimetro tocca le zone di Valdobbiadene, Conegliano e Vittorio Veneto;
  • la strada dell’arte che passa attraverso i Comuni della Pedemontana, fino al limitare della provincia di Vicenza

2,1 è la media provinciale delle notti, confermando così la tendenza di provincia formato week-end. Sono solo 25 i Comuni con una permanenza media di 3 notti o superiore: l’area che, nel suo complesso, registra la permanenza media più elevata è quella di Asolo (2,9 notti) con picchi lungo la strada dell’arte.

 

La fotografia in sintesi

Crescita dell’Offerta Ricettiva

Dal 2013 al 2023, la provincia di Treviso ha visto un incremento del +118,3% delle strutture ricettive, passando da 1.127 a 2.457 esercizi. La crescita maggiore ha riguardato le strutture extra-alberghiere (+138,9%), mentre gli alberghi sono diminuiti del -4,9%. Nel 2023, le strutture extra-alberghiere rappresentano il 93,7% dell’offerta totale e sono 1804 nel 2023, con una dimensione media di 5,1 posti letto.

Disponibilità di Posti Letto

Nel 2023 si contano 23.567 posti letto (+10,0% rispetto al 2013). Il settore extra-alberghiero ha superato quello alberghiero per capacità ricettiva, raggiungendo il 62,8% del totale (+101,2% in dieci anni), mentre gli alberghi hanno perso il -6% dei posti letto.

Flussi Turistici e Impatto della Pandemia

Dal 2013 al 2019, gli arrivi turistici sono aumentati del +31,3%, trainati dagli stranieri (+32,2%). La pandemia ha causato un crollo del -68,4% nel 2020, ma dal 2021 al 2023 si è registrata una forte ripresa (+200,2%). Nel 2023, gli arrivi sono stati 955.102 (+29,7% sul 2022), con 2.034.187 presenze. Nei 10 anni, la Provincia di Treviso ha registrato 9 milioni di arrivi per circa 20 milioni di presenze. A questi numeri vanno poi aggiunti gli escursionisti, ovvero i visitatori “in giornata”, quelli che visitano la provincia ma senza prenotare una struttura ricettiva.

Preferenze dei Turisti

Il 70,4% degli italiani e il 68,2% degli stranieri preferisce gli alberghi, sebbene numericamente inferiori agli esercizi extra-alberghieri. La permanenza media del turista si attesta a 2,1 notti, con una riduzione per gli extra-alberghieri da 3,9 (2013) a 2,8 notti (2023). Le aree più visitate sono Treviso, Mogliano Veneto e Conegliano, oltre all’Anello del Prosecco e alla Strada dell’arte.

Provenienza dei Turisti Esteri

Nel 2023, il 51% degli arrivi proviene dall’estero. La Germania è il principale mercato (10,7% degli arrivi), seguita da Austria, Stati Uniti, Francia, Polonia e Spagna. Il turismo cinese, dominante fino al 2019, è drasticamente calato del -80,4% dal 2019, a seguito della crisi pandemica.

Tendenze Future

Treviso ha recuperato rapidamente dopo la pandemia, ma il turismo è sempre più “mordi e fuggi. Riguardo alle Olimpiadi Milano -Cortina si stima che genereranno nella nostra provincia un impatto significativo, in quanto si prevede che Conegliano, ed il territorio circostante, sia già tappa di supporto al grande evento. In questo contesto possiamo citare anche il Progetto “GenerAZIONE2026”, realizzato in prospettiva dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano-Cortina 2026, è giunto alla quarta edizione, che ha coinvolto le scuole della nostra provincia.

 

I commenti

Adriano Bordignon, presidente EBiCom-EBT Treviso

“Nel momento in cui i dati e le proiezioni ci confermano che Treviso, con la sua provincia, è a tutti gli effetti una provincia turistica, mi vengono in mente prima di tutto tre date: il 18 febbraio 2007, data di inaugurazione del nuovo scalo Canova, 7 luglio 2019 giorno in cui l’Assemblea Unesco riconosce Patrimonio dell’Umanità le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, 3 maggio 2024, data di inaugurazione dell’innesto della Superstrada Pedemontana veneta sull’autostrada A 4, ma ne potrei ricordare molte altre: inaugurazione del Museo Bailo (2015) ed una su tutte: novembre 2025, apertura della prossima mostra di Marco Goldin. Eventi e strutture che hanno avuto lunghe incubazioni, frutto di un pensiero strategico, di un ampio lavoro istituzionale e che hanno inciso sui flussi turistici, trasformando prima l’accessibilità e poi la fisionomia della provincia tutta. Poi c’è stato un gran lavoro di comunicazione e di promozione istituzionale cui va il massimo riconoscimento: tanti slogan, quelli delle prime campagne: Treviso una provincia intorno, Treviso formato week-end. Oggi si vedono pullman organizzati, con tour operator, si sente parlare inglese in centro città, ci sono giovani, coppie, famiglie, appassionati di sport, ciclismo, rugby, ma anche amanti dell’arte e della natura, esiste una circolarità territoriale che favorisce gli scambi tra comprensori nella provincia: Asolo, la città dai cento orizzonti, ma con tappa anche a Castelfranco e Altivole e così via. A fronte di questi dati, posso dire che siamo in un momento storico di snodo per lo sviluppo e ci lasciamo alle spalle un decennio fondamentale che ha trasformato le promesse in realtà, in dato, in ricchezza ed in risorsa. Il fenomeno trasformativo più importante è sicuramente quello dell’extra alberghiero, che genera numeri e posti letto e che cattura nuovi segmenti di visitatori e turisti: è un fenomeno che ha inciso sul cambiamento della vocazione e che influisce su molte riconversioni dell’immobiliare e degli affitti. In questi decenni il turismo della provincia si è trasformato da turismo d’affari in turismo leisure ed il nostro territorio può guardare a testa alta le più blasonate mète artistiche europee. Qualcuno dei nostri dirigenti, in passato, ha sempre detto che Treviso (e la Marca) non riusciva (perché non lo aveva) a riconoscersi in un simbolo forte ed unitario come Parigi con la Tour Eiffel o come Pisa con la sua Torre: oggi possiamo dire che Treviso e la sua provincia sono un brand trainante che ha saputo crescere in autonomia costruendo valore aggiunto e qualità attorno alle proprie grandi risorse”.

 

Patrizia Manca, vicepresidente EBiCom – EBT Treviso

Il focus sul turismo ci restituisce una fotografia di crescita e di sviluppo, dove le tinte sono anche quelle del lavoro, della tenuta occupazionale, della formazione e delle nuove prospettive. La gestione dei picchi, gli orari festivi, la formazione del personale, sono tutti temi che caratterizzano lo sviluppo del turismo che si conferma essere un comparto occupazionale, diciamo, ad alta intensità. Il contratto del Turismo viene applicato ai dipendenti del settore alberghiero, ma anche a quelli della ristorazione, dei pubblici esercizi in generale e delle agenzie di viaggio. In questi anni la dimensione turistica è stata affiancata anche dalla nascita di una formazione specifica: gli ITS dedicati alla formazione per esperti di turismo e di accoglienza per esempio, sono un segnale evidente della volontà di non farsi trovare impreparati di fronte all’aumento dei numeri e di voler collegare meglio il mondo della formazione col mondo delle imprese. Va poi considerato tutto il lavoro emergente relativo alle nuove professioni: guide escursionistiche, gestori di alloggi, accompagnatori turistici, organizzatori di eventi. Si profila un mondo del lavoro che va gestito, potenziato, regolamentato e tutelato. La bilateralità, strumento della contrattazione territoriale, offre supporti e sussidi ma anche formazione, abbiamo appena concluso un master di alta formazione per il comparto. Credo che il futuro turistico della Marca trevigiana non possa prescindere da una adeguata formazione e programmazione dei fabbisogni occupazionali”.

 

Il 2024 del Terziario trevigiano: stabile con brio

Il report sull’andamento del terziario nel 2024, che accompagna il focus sul turismo, ci restituisce un terziario antifragile, in crescita, con alcune tendenze coerenti con quanto già monitorato negli anni precedenti. Il Centro studi sul terziario trevigiano mappa 55.516 localizzazioni attive, di cui 19.110 nel commercio, 7.286 nel turismo, e ben 29.121 nei servizi, quota grazie alla quale il terziario mantiene, nell’economia generale, il proprio ruolo trainante. Il calo del commercio è quasi una costante negli ultimi anni, ed il segno meno colpisce in particolare fashion ed alimentare, mentre invece conforta il segno più del terziario avanzato, che con il +1,4% conferma un ritmo di crescita costante negli ultimi 5 anni con +1590 unità locali. Il comparto registra 69.143 imprenditori attivi (in calo di -350 rispetto al 2023), aumenta il Gap generazionale tra gli under 30 (-0,8%) e gli over 70 (+3,7%), e risultano in lieve flessione anche gli imprenditori stranieri. La parte del report che indaga il sentiment sulle aspettative 2025 raccoglie l’opinione di un campione di 317 imprenditori: il 51,7% prevede stabilità di bilancio, il 73,5% prevede nuovi investimenti in prevalenza in formazione, l’88,6% chiede maggior supporto alle Istituzioni per agevolazioni fiscali e burocrazia.

 

 


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